mercoledì 10 giugno 2020

Sintesi finale-STEP#24

In questo percorso intorno al concetto del digitale, abbiamo scoperto sin dall'inizio le diverse sfumature di significato che possiede questo termine apparentemente molto scontato e conosciuto; ho messo in luce le sue origini e il suo sviluppo a partire dall'Inghilterra, evidenziandone qualche traduzione in alcune principali lingue straniere. Inoltre al fine di sottolineare l'importanza del buon utilizzo del digitale come strumento che aiuti l'uomo senza andarne a sostituire la mens, ho cercato di illustrare metaforicamente questo fatto fondamentale. Il concetto del digitale, benché sembri esclusivamente contemporaneo, può essere accostato ad ambiti temporalmente più antichi, quali la mitologia; oppure il fatto che il filosofo Leibniz nell'Ottocento fu uno dei primi a mostrare curiosità verso questo strumento in ambito matematico soprattutto, o ancora il grande Leopardi nello Zibaldone ha introdotto in un certo senso una riflessione sulle nuove invenzioni e tecnologie/strumenti materiali nelle mani dell'uomo.
Ho indagato successivamente sulla presenza del  digitale in un'opera narrativa, ma anche su un accostamento particolare di questo strumento nell'ambito poetico, tramite l'esperimento de "La lingua bastarda" di Lorenzo Monfreg. E continuando nelle sfere di azione che spaziano dall'intrattenimento, all'informazione, alla propaganda, alla pratica, alla cronaca,  abbiamo ammirato la bellezza e peculiarità del "Mori building digital art museum" a Tokio, e ancora il primo cartone animato digitale, o il primo orologio digitale della Pulsar. 
Altre applicazioni evidenti si riscontrano nell'ambito dell'ingegneria, della ricerca, della comunicazione soprattutto in questo periodo di pandemia e, conseguentemente nella sfera della protezione e del controllo del contagio. 
Siamo poi giunti a riflettere sull'impatto del digitale sul pianeta, eventuali rischi, piccoli accorgimenti e rimedi nell'ambito dei limiti dello sviluppo
Nell'ambito più umanistico ho presentato una personalità che a mio avviso incarna il concetto; quindi ho messo in evidenza  le caratteristiche della filosofia digitale e dei risvolti del termine in ambito etico
Mediante un abbecedario e una mappa concettuale ho evidenziato i vari concetti e macro-concetti legati al termine in esame, concludendo il percorso con un pensiero utopico trattato da un filosofo francese circa il digitale, e sperimentando la creazione di una mini serie TV che sviluppi questi pensieri e queste riflessioni all'interno di una mini trama.

venerdì 5 giugno 2020

Mappa concettuale-STEP#23


Una serie tv sul digitale-STEP#22

Prima puntata
All'alba di una mattina di metà settembre Ezio si risveglia nel cuore della "Big Apple" di New York dell'anno 2020. Il signor Ezio ha sessanta anni e morì ben un secolo fa. 
Si trova completamente spaesato in un mondo dominato dal caos, dalla luce degli schermi che circondano ogni angolo, da smartphone, tablet, air-pods che vede addosso a qualunque persona cammini nei suoi paraggi.
Egli era un borghese benestante dell'Ottocento, sposato e con tre figli. Morì durante la Prima Guerra Mondiale nel tremendo periodo delle foibe. Non comprende bene cosa gli stia accadendo, e decide di entrare in un grande edificio che si trova di fronte a lui: lo store della Apple. Qui rimane affascinato dal guardare un bambinetto di non più di 12 anni seduto davanti ad un tablet di ultima generazione mentre si diverte di fronte ad un gioco all'interno di questo dispositivo.

Seconda puntata
Dopo aver cercato di capire cosa stesse facendo il bambino, il signor Ezio gli si avvicina incuriosito. Il bambino rimane impassibile e continua a giocare, finché Ezio lo saluta e gli chiede: "come ti chiami?"- "Kevin", risponde senza neanche guardarlo. Il signor Ezio, stranito dalla situazione, se ne sta in silenzio e si guarda intorno chiedendosi cosa ci facesse lì. Ad un tratto Kevin si volta e gli chiede che cosa volesse. Ezio spiega l'accaduto, e il bambino, diffidente, gli chiede chi fosse; incuriosito dal personaggio lo invita a sedersi vicino a lui e gli racconta un po' della sua vita.
Kevin frequenta le scuole medie e vorrebbe diventare un "genio del digitale" da grande, come suo zio. Ezio non comprende del tutto cosa dica il bambino e chiede spiegazioni riguardo le nuove invenzioni e i cambiamenti degli ultimi anni; nonostante la giovane età, Kevin sa tutto circa i progressi nell'ambito dell'informatica e del digitale, sono la sua passione; dice che senza non saprebbe cosa fare, come occupare il suo tempo, di cosa appassionarsi. 
Il signor Ezio non sembra credere alle sue parole, non concepisce come una cosa che ai suoi tempi neanche esisteva possa adesso essere il fulcro della vita di un bambinetto di appena dodici anni. Kevin sottolinea che ormai fa parte della vita di tutti, che tutto funziona grazie a questi strumenti, e che con il tempo probabilmente si arriverà anche oltre, con l'intelligenza artificiale ad esempio. 
Il signor Ezio scappa ed esce dal negozio.

Terza puntata
Ezio cammina per ore senza mangiare, bere, riposare; vuole scoprire tutto di come è cambiato il mondo. Ad un tratto si trova davanti ad un bivio: una voce all'interno della sua coscienza gli comunica che deve scegliere se continuare a vivere in questo mondo o tornare nell'aldilà. Ezio è confuso, è solo di fronte ad un mondo che non riconosce più, e consapevole che anche se parlasse con qualcuno della situazione, nessuno gli crederebbe.
Il signor Ezio però è sempre stato un uomo coraggioso, curioso e spigliato, vuole conoscere e studiare queste nuove invenzioni, vuole vivere in questo mondo, vuole costruire un'altra vita partendo da zero. Pensa che con tutti gli strumenti che avrebbe a disposizione non può non riuscire. Decide di mantenere il suo nome, non vuole sostituire o cambiare la sua mente e la sua identità, bensì è pronto ad accogliere e ad abituarsi ai cambiamenti, conscio di poter iniziare una vita migliore e di imparare a scoprire moltissime altre cose. Kevin sarà la sua guida, e chissà forse un giorno il signor Ezio sarà ricordato per qualcosa.

mercoledì 3 giugno 2020

Eticamente-STEP#21

L'etica del mondo digitale può avere tante sfaccettature, ma in generale si basa sugli effetti che il mondo del digitale, o proprio la "cultura digitale" ha sulla dimensione politica, sociale e valoriale della società. E' fondamentale gestire le risorse digitali di cui disponiamo affinchè esse non diventino dannose in quanto gestite e utilizzate male o in modo non appropriato. Interrogarsi circa un'etica del digitale significa prendersi carico di comprendere autenticamente il mondo contemporaneo. Il discorso sull'etica analizza certamente problemi quali il "digital divide", la "net neutrality", i quali incidono sull'ordine politico, o la violenza digitale, o ancora il problema della privacy; tuttavia sarebbe necessario comprendere le contraddizioni alla base di questa società digitale. Queste ultime sono elementi evidenti: ad esempio la contraddizioni tra l'enorme disponibilità di reperire informazioni e la difficoltà di ricavare un'informazione pubblica autentica e corretta; la diffusione generalizzata dei media digitali ma la scarsa presenza di adeguate competenze per l'uso degli stessi; la proliferazione di modelli di società accompagnata dall'accrescersi del senso di solitudine del singolo. Il comune denominatore sta nell'implosione di contrapposizioni classiche, ossia distanza e vicinanza,  verità e opinione, lavoro e svago, privato e pubblico.
L'etica del digitale è quindi un'etica riflessiva che dovrebbe puntare a superare la contrapposizione tra contemplazione e pratica, tra dimensione individuale e collettiva. Occorre assolutamente prendere coscienza della trasformazione che lo sviluppo del digitale ha impresso sulla società contemporanea e ricomprendere l'ente in generale in termini informatici. E' necessario comprendere che i processi culturali della nuova società digitale non possono essere accostati direttamente a quelli delle società precedenti; l'etica deve scontrarsi con una visione del mondo che rimette in discussione il concetto stesso di comportamento, di azione e di codice morale.

sabato 30 maggio 2020

Il digitale nello Zibaldone leopardiano-STEP#20

Giacomo Leopardi fu sempre piuttosto scettico riguardo all'idea delle nuove invenzioni che potessero aiutare materialmente l'uomo. Nonostante l'illuminismo e la prima rivoluzione industriale avessero fomentato questa fiducia nel progresso e nella ragione dell'uomo, Leopardi ha sempre pensato che l'infelicità umana non derivasse dalla mancanza di strumenti materiali, bensì dai veri limiti connaturati nella natura umana, quali vecchiaia, malattia..
Nello Zibaldone espone questo punto di vista nel testo intitolato "Cosa penseranno di noi i nostri posteri?", nel quale immagina il futuro e le possibili invenzioni nell'ambito della navigazione, della comunicazione, delle tecnologie digitali. L'autore riflette sul fatto che questi posteri si domanderanno come facessero i  loro antenati senza questi strumenti di cui essi dispongono, così come i suoi contemporanei si chiedono come vivessero i loro predecessori; ma Leopardi spiega: "Eppure noi non sentiamo, non ci accorgiamo di questa tanta impossibilità o difficoltà di vivere che ci verrà attribuita; ci par di fare una vita assai comoda, di comunicare insieme assai facilmente e speditamente, di abbondar di piaceri e di comodità."
La morale dell'autore è dunque la ridicolezza del ragionare in questo modo proprio degli uomini, dal momento che il progresso e la qualità della vita umana non si possono misurare alla luce delle invenzioni che la rendono più comoda, proprio perché noi non possiamo vestirci dei panni di un nostro antenato senza saperci spogliare dei nostri.

venerdì 29 maggio 2020

Il digitale nell'utopia-STEP#19

Il concetto del digitale in un pensiero utopico? 
Ci si può riferire alla Cyberutopia, trattata dal filosofo francese Pierre Levy nel suo "L'intelligenza collettiva. Per un'antropologia del cyberspazio".
La Cyberutopia ha la funzione di favorire uno spirito critico atto a scagliarsi contro il nichilismo; l'affermarsi delle tecnologie digitali costituisce la premessa per un accrescimento sociale, economico e culturale in una società in cui emerge una tecno élite cyber culturale, la quale mostra una forte tensione verso la comunità virtuale, l'accesso permanente e condiviso del sapere, la tecno-democrazia spinta da un egualitarismo digitale. Si inventano tecniche, sistemi di segni, forme di organizzazione sociale che permettono di pensare insieme, concentrare forze intellettuali e spirituali per rendere la società intelligente a livello di massa.

giovedì 28 maggio 2020

Il digitale nella filosofia contemporanea-STEP#18

La filosofia digitale ha i suoi arbori nei fisici novecenteschi, i quali si sono mostrati interessati a gettare un ponte tra fisica e informazione, dando vita ad una vera e propria filosofia che ripone il suo "archè" nell'informazione. Quest'informazione è però un principio dinamico, animato dalla computazione; infatti i tre paradigmi alla base di questa corrente filosofica sono:

  1. Tutto computa;
  2. Tutto è frutto di computazione;
  3. Tutto può essere trasformato in un dispositivo computante.

La forza impulsiva che anima questo pensiero risiede nel computer, la macchina filosofica senza la quale non si sarebbe probabilmente mai immaginato che la realtà fosse un tessuto di informazioni. Con il calcolatore si è passati da una visione materialistico-energetica a una informazionale.

Il fisico Wheeler pronunciò la locuzione "it from bit", cioè la materia deriva dall'informazione, la cui unità è il bit, a sottolineare la supremazia dell'informazione sulla materia.
Un altro punto essenziale alla base di questa filosofia è la convinzione che il computer possa riprodurre perfettamente la realtà fisica, prevedendone l'evoluzione. Dunque se per Pitagora e Galileo, il numero e la matematica sono principi statici, alla base della filosofia digitale c'è la natura dinamica della computazione.
Tra i fisici/filosofi di questa corrente ricordo Feynman, Fredkin, Wheeler, Chaitin e Wolfram.
Stephen Wolfram, fisico e matematico britannico.
Vi racconto qualcosa circa Stephen Wolfram, forse la punta più avanzata di questa filosofia. Egli, nel 2002, pubblica il libro "A New Kind of Science", nel quale sottolinea il fatto che occorre modificare la visione galileiana secondo la quale l'universo è scritto in linguaggio matematico, e comprendere che c'è bisogno di un linguaggio nuovo, quello binario, e di un cervello nuovo, quello elettronico. Egli sostiene che fino ad adesso non ci si sia spinti a questo in quanto il cervello umano non è in grado di andare oltre, ma il computer sì. Il computer è in grado di produrre esiti sempre più complessi partendo da regole semplicissime. Queste regole semplicissime sono basate su programmi semplicissimi definiti "automi cellulari".
Il cannone di Gosper, un esempio di automa cellulare in azione.

mercoledì 20 maggio 2020

Un abbecedario-STEP#17

Animazione
Cifra
Dati
Elettronica
Frequenza
Gestione
Intelligenza artificiale
Kilobyte
Logica
Memoria
Numero
Orologio
Programmazione
QR-code
Rivoluzione
Strumento
Username
Video
Wireless
You-Tube

martedì 19 maggio 2020

Un protagonista per il digitale-STEP#16

Charles Babbage.
Un protagonista del digitale di cui vorrei parlare è Charles Babbage, matematico e filosofo britannico, scienziato proto-informatico che per primo sancì il passaggio dalla macchina calcolatrice analogica all'elaboratore digitale programmabile. Progettò infatti la sua Macchina analitica nel 1833, mai realizzata, ma considerata il primo computer della storia.
Macchina analitica di Charles Babbage.
Questa macchina era totalmente digitale, dotata di input, output, unità di memoria, unità di calcolo decimale con registro dell'accumulo dei dati e alimentata a vapore.
Per la progettazione di questo calcolatore sembra sia stato influenzato dalla familiarità con le tavole logaritmiche e dal lavoro sulle macchine per il calcolo portato avanti da Pascal e Leibniz.                                                              


lunedì 18 maggio 2020

Il digitale nello scenario dei limiti dello sviluppo-STEP#15

Lo sviluppo esponenziale delle tecnologie digitali in questi decenni è testimonianza dell'abilità umana di saper trovare e ideare nuovi strumenti e dispositivi grandiosi che lo aiutino nelle sue opere. Se da un lato aiutano l'uomo, dall'altro bisogna fare i conti con la realtà e probabilmente rivederne l'utilizzo a favore di uno più sostenibile.
Una delle più complete analisi sul tema è il rapporto "The limits to growth", commissionato al MIT dal Club di Roma e pubblicato nel 1972. Il rapporto, basato sulla simulazione a computer World3, predice l'impatto della crescita demografica, economica e tecnologica dell'umanità sul futuro del pianeta.
The limits to growth-lo studio del MIT.
Le tesi del rapporto sono sostanzialmente due: 
  • L'inalterarsi dell'attuale tasso di crescita della popolazione, dell'industrializzazione, dell'inquinamento, della produzione di cibo e dello sfruttamento delle risorse, porterà ai limiti dello sviluppo in un momento imprecisato nei prossimi cento anni.
  • E' possibile raggiungere una condizione di stabilità economica ed ecologica modificando i tassi di sviluppo al fine di garantire un equilibrio globale che permetta il soddisfacimento delle necessità di ognuno.
La sostenibilità digitale consiste nel migliorare l'impatto ambientale di queste tecnologie e ottimizzare l'utilizzo di energia e risorse rinnovabili. Infatti ogni "clic" ha un impatto ambientale considerevole; ma perchè? La causa principale è l'energia elettrica. Una stima afferma che il consumo di energia delle TIC(tecnologie di informazione e comunicazione) sia responsabile dell'emissione di 830 tonnellate di CO2 all'anno, circa il 2% delle emissioni globali.
L'impatto dell'energia elettrica incide attraverso i data center, ossia i luoghi di conservazione dei dati utilizzati da aziende e privati. Per farne funzionare uno correttamente è necessaria un'enorme quantità di energia. 
Partendo dalla realtà è possibile agire in funzione della sostenibilità utilizzando strumenti che consentono di calcolare l'impatto della tecnologia digitale interessata. In questo contesto "Rank e Brand" è un sito affidabile che confronta i vari brand in termini di sostenibilità e responsabilità digitale, sociale e non.
L'associazione Greenpeace ha condotto un'analisi sui consumi e gli impatti ambientali di 19 multinazionali valutando le loro scelte di utilizzo di energia; alcune di queste si sono impegnate per giungere ad utilizzare energia rinnovabile al 100%. 
Pannelli solari per "Apple", Stati Uniti.
La multinazionale "Apple" in questo campo ha investito notevolmente, essendo l'unica ad utilizzare un intero impianto a celle solari per generare energia elettrica nei propri data center nella Carolina del Nord, ma utilizza energia rinnovabile anche per tutte le operazioni necessarie per servizi come iCloud e iTunes.



venerdì 15 maggio 2020

Il digitale in un fatto di cronaca-STEP#14

Mail con oggetto: raccomandata digitale tracciata; ennesima frode.
Sulla cronaca del quotidiano "L'eco di Bergamo"  il 7 novembre 2017 si legge circa l'ennesima frode virtuale. La polizia postale lancia un'allerta dallo "sportello dei diritti": si tratta di una mail che invita a cliccare per vedere il tracciamento di una fantomatica raccomandata. Poichè sia poste italiane che un altro operatore di poste privato offrono un servizio di raccomandata digitale che permette all'utente di consultare il contenuto del documento online, tramite l'inserimento del pulsante "clicca qui", hacker e truffatori online accedono ai dati personali dell'utente con gravi conseguenze per la tutela della privacy dell'interessato.

giovedì 14 maggio 2020

Il digitale nell'ingegneria-STEP#13

Il digitale è uno strumento fondamentale per l'area ingegneristica, e in questo post voglio illustrarvene un'applicazione nell'ambito dell'ingegneria biomedica.
Il "Blue Brain Project(BBP)", un team di ricerca internazionale di 82 scienziati, coordinato dal neuroscienziato Henry Markram dell'école Polytechnique Federale de Lausanne (EPFL), è riuscito a ricostruire, per la prima volta al mondo, un modello digitale 3D di una piccola porzione di corteccia cerebrale di ratto, utilizzando un supercomputer. La ricostruzione computerizzata ricostruisce circa 37 milioni di sinapsi che intercorrono tra 31 mila neuroni virtuali, ovvero l'equivalente di quanto avviene in una porzione di cervello di ratto grande come un granello di sabbia.
Simulazione dell'attività elettrica in una "fetta" virtuale di cervello di ratto.

Sebbene il risultato ottenuto sia stato straordinario, è però solo il primo passo verso un obiettivo più ambizioso. L'auspicio è quello di realizzare un simulatore biologicamente molto dettagliato dell'intera struttura del cervello umano.
La scienza, attualmente, ha compreso moltissimi aspetti del funzionamento del cervello, e dall'altra parte ha sviluppato potenti strumenti informatici di elaborazione digitale.
L'obiettivo finale del BBP è quello di riuscire a costruire, entro il 2023, una mappa completa dei microcircuiti, realizzando un modello dei 100 miliardi di neuroni del cervello umano da implementare all'interno di un supercomputer. Poichè le modellazioni digitali consentono di comprendere la struttura e il funzionamento del cervello tramite un approccio radicalmente nuovo, raggiungere questo traguardo consentirebbe successivamente di trovare nuove terapie per la cura delle principali malattie degenerative delle cellule cerebrali, quali Alzheimer e Parkinson, ma anche di altri meccanismi come la schizofrenia.
Per saperne di più:https://megachirottera.blogspot.com/2020/02/gli-scienziati-rivelano-un-universo.html

mercoledì 6 maggio 2020

Il digitale in un classico filosofico-STEP#12

“L'inspiegabile ma evidente corrispondenza tra il comportamento delle particelle digitali (bit) e quello delle particelle subatomiche; la quantizzazione sempre più convalidata delle grandezze fisiche, con il conseguente abbandono del “dogma” del continuum in natura; la progressiva coincidenza, nella terminologia e nei concetti, della teoria dell'informazione e della fisica; il ruolo degli automi cellulari, già in grado di risolvere equazioni differenziali, nell'esplorazione dell'Universo … “
Questa citazione di Konrad Zuse, informatico e ingegnere tedesco del Novecento, considerato l'inventore del computer moderno, mette in luce come sia mutata la visione del mondo anche nella filosofia. Da sempre i filosofi ricercano l'origine di tutto in un "archè", un principio che stia alla base di tutto l'universo.
Il primo fu Talete, il cui archè era l'acqua; successivamente Pitagora lo individuò nel numero, cominciando a preannunciare il concetto di calcolo che oggi è alla base dell'informazione.  Galileo affermò che il linguaggio della natura è scritto in caratteri matematici, e la filosofia digitale indica nel "bit" il principio di tutte le cose.
La filosofia digitale adotta una visione dinamica di tutta la realtà; tutto computa, tutto è frutto di computazione e tutto può essere trasformato in un dispositivo computante.
Leibniz, scienziato e filosofo lipsiano fu la guida, in quanto fondatore del calcolo binario e ideatore del "Migliore dei mondi possibili", il più semplice quanto a ipotesi e il più ricco di fenomeni. Tuttavia la sua invenzione cadde nel vuoto e verrà riscoperta solo nel 1847 dal matematico inglese Boole.
Leibniz nel 1683 concepì una macchina moltiplicatrice che consisteva nell'addizionare il moltiplicando tante volte quante sono le cifre del moltiplicatore con scatti di un carrello verso sinistra ad ogni cifra di quest'ultimo. Benchè egli non riuscì a costruirne un modello funzionante, questa macchina venne realizzata nel 1920.
Macchina moltiplicatrice di Leibniz.
Per approfondimenti sulla filosofia digitale consiglio la lettura del libro "Bit Bang- la nascita della filosofia digitale" di Andrea Vaccaro e Giuseppe Longo. ( per anteprima consultare: https://books.google.it/books/about/Bit_Bang.html?id=uYYFAgAAQBAJ&printsec=frontcover&source=kp_read_button&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false ).

martedì 5 maggio 2020

Nuovi dispositivi di prevenzione anti contagio


In questo video viene mostrato il nuovo casco dotato di termoscanner, utilizzato dagli agenti di polizia in Cina in questo periodo. Tale dispositivo è già in uso in diverse città cinesi e permette di rilevare la temperatura corporea fino a una distanza di 5 metri dal soggetto analizzato. Nel caso di temperatura superiore ai 37,2 gradi, il sistema emette un segnale acustico che evidenzia la situazione di rischio.

martedì 28 aprile 2020

Il digitale nella pandemia COVID-19- STEP#11

Le tecnologie digitali stanno ricoprendo un ruolo fondamentale in questa fase di pandemia globale, permettendo alla maggior parte dei settori della vita quotidiana di non morire soffocati dalla diffusione del virus che sta costringendo gli uomini a vivere entro le proprie mura domestiche.
Tramite questi supporti virtuali è possibile garantire istruzione, informazione, intrattenimento, attività sportiva, acquisti online, smartworking per molti lavoratori impossibilitati a recarsi sul luogo di lavoro.
Mediante queste tecnologie è inoltre possibile monitorare la diffusione del contagio utilizzando delle app collegate allo smartphone personale e conseguentemente ad un centro di controllo apposito, o anche contenerne la diffusione mediante sistemi di controllo all'avanguardia, quali i droni.
Nuove funzioni anti pandemia nei sistemi operativi per smartphone

I vantaggi di queste piattaforme risiedono nella loro larga accessibilità alla popolazione e nei loro bassi costi (addirittura nulli in qualche caso); tuttavia talvolta si riscontra la problematica delle truffe e quella della privacy , la quale ha suscitato molti dibattiti anche tra esperti del settore.
Vi allego due link di due interviste condotte a due esperti: Antonello Soro e Shoshana Zuboff, i quali mostrano i propri punti di vista a riguardo.

venerdì 17 aprile 2020

Il digitale in una sequenza cinematografica-STEP#10

Nel 1996 si assiste all'uscita del primo lungometraggio d'animazione realizzato interamente in computer generated imagery(CGI): TOY STORY - il mondo dei giocattoli, prodotto dalla casa cinematografica americana Pixar.
E' stato un cambiamento epocale poichè i pixel vanno a sostituire la matita, e tramite pochi fotogrammi di un'intera sequenza, si vanno a costruire tutti i movimenti mediante un automatismo computerizzato.







Per saperne di più:

martedì 14 aprile 2020

Il digitale nelle arti figurative-STEP#09

Il "Mori building digital art museum" è una sorta di museo di arte contemporanea, situato a Tokyo, Giappone, dal 21 giugno 2018, e basato esclusivamente sulla proiezione digitale. E' costituito da più sale, ognuna caratterizzata da una differente ambientazione. Si tratta di un museo interattivo unico nel suo genere, costruito con opere in movimento che reagiscono a contatto con lo spettatore. Tra tutte le sale presenti  collegate da corridoi bui e oscuri, voglio illustrarvi una parte dell"Athletic Forest", uno spazio libero e creativo basato sulla comprensione del corpo tramite corpo e pensiero tridimensionale del mondo.
Athletic forest, Mori Builiding Digital Art Museum.
Per saperne di più:

domenica 12 aprile 2020

Il digitale in un'opera poetica-STEP#07

"[...]la mia è la lingua della poesia digitale, una lingua contaminata dalla mutazione della comunicazione e della tecnologia. Si tratta di una lingua che vuole raggiungere un'astrazione, un'ambiguità, per poter sfuggire a qualunque paradigma interpretativo."- intervista a Lorenzomonfreg su "Berlino cacio e pepe".

Con questa citazione presa dall'intervista al Content Marketing Manager Lorenzomonfreg, voglio parlarvi della sua peculiare raccolta di 67 poesie, un e-book intitolato "La lingua bastarda".
L'autore è originario di Genova, ma vive a Berlino da anni. Da sempre appassionato alla poesia, ispirato da alcuni dei più grandi maestri in questo campo, quali Ungaretti, Lord Byron e Rimbaud, iniziò a scrivere poesie in giovane età. Un giorno decise di metterle alla rinfusa sul pavimento e di cercare un filo conduttore che legasse l'una all'altra, e decise di creare un'opera che esplicitasse questa connessione anche attraverso la tecnologia. 
Il capolavoro consiste nella creazione di un e-book contenente una serie di link che collegano versi e parole di poesie differenti, creando un'opera che si autogenera agli occhi del lettore. Quanto alla lingua utilizzata, l'autore afferma di "raccontare la vita con la lingua bastarda della poesia digitale", e nella prefazione esordisce così:
copertina della raccolta "La lingua bastarda".
"La lingua bastarda è la sola in cui scrivo poesie mentre corro con altri randagi. La lingua bastarda è quella che uso per scrivere quello che importa, è la lama che agito nell'aria quando non valgono più le lingue d'affari, gli idiomi convenzionali, le parole che convengono."




mercoledì 8 aprile 2020

Il digitale in un'opera narrativa-STEP#06

L'argomento del digitale come nuovo strumento per il futuro e tutte le sue applicazione in svariati ambiti del reale, è stato oggetto della stesura di numerose opere narrative negli ultimi decenni. 
Vorrei proporvi e tentare di incuriosirvi circa uno di questi: "Dove inizia il futuro", di Philip Larrey, presbitero americano diventato in seguito docente di filosofia presso la Pontificia Università Lateranense.
copertina del libro "Dove inizia il futuro", maggio 2018.

L'autore del libro, da sempre appassionato al tema, incontrò 15  personaggi che presero parte alla quarta rivoluzione industriale e intervistò loro circa i capisaldi di questo argomento. I protagonisti dell'intervista costituiscono i medesimi del libro e attraverso dibattiti, considerazioni e riflessioni esprimono il loro punto di vista sul tema.
Probabilmente la morale che intende perseguire l'autore mediante questo testo è quella della volontà di ognuno a determinare la direzione verso la quale si procede nella vita, e inoltre offrire degli spunti di riflessione ai lettori al fine di interrogarsi e acquisire consapevolezza sull'epoca in cui viviamo.
Con l'intento di suscitare in voi riflessioni sul tema, voglio presentarvi due piccoli passi di questo libro, due citazioni.
La prima è la seguente:
"Alcuni intellettuali sostengono che il lavoro umano, in futuro, sarà paragonabile a quello svolto da un cavallo. Se qualcuno dovesse offrirci un cavallo, gratuitamente, la maggior parte di noi non lo accetterebbe a causa dei costi e degli oneri richiesti per mantenerlo. Succederà lo stesso in futuro per l'assunzione di un essere umano? E' possibile..... Un simile scenario potrebbe apparire effettivamente esagerato, ma non è detto che sia irrealizzabile."
Vi propongo adesso la seconda:
"Sarai d'accordo con me che durante un volo l'aereo compie migliaia di azioni di cui tu non sai niente. La macchina, cioè, fa tante cose da sola. Al tempo stesso, tu senti di avere il pieno controllo del velivolo ai tuoi comandi."

venerdì 3 aprile 2020

Il primo orologio digitale



Questo è il PULSAR, il primo orologio digitale realizzato negli anni Settanta da una collaborazione tra due aziende, Hamilton e Electro/Data. Venne commercializzato per la prima volta nel 1972 da "The Hamilton Watch Co.".
Pulsar P1
Interessante il fatto che benchè Pulsar sia stato il primo orologio elettronico digitale, oggi gli orologi Pulsar siano quasi tutti analogici.

https://it.wikipedia.org/wiki/Pulsar_(orologi)
https://orologi.forumfree.it/?t=64197576&st=45

giovedì 2 aprile 2020

Digitale nella pubblicità-STEP#05

In linea con il periodo storico all'interno del quale stiamo vivendo e con l'emergenza che sta affliggendo tutto il mondo, desidero proporvi un'immagine propagandistica sul "digital marketing", risorsa direi essenziale soprattutto in questo momento per far fronte al duro colpo inferto al settore dei beni di consumo.
Immagine tratta da:
https://www.bitmat.it/blog/news/94544/il-retail-abbracci-il-digital-marketing-per-superare-la-crisi

lunedì 30 marzo 2020

Digitale nella mitologia -STEP#04

Il digitale nella mitologia? 
Non sembra esserci espressione più ossimorica. Eppure è possibile scovare un nesso in questo ambito anche per questo termine.
Ve ne voglio presentare due, legati a due significati diversi della parola.
Digitalis purpurea
Per quanto concerne l'accezione di "digitale" come pianta, questa era ben diffusa sin dall'antichità per il suo utilizzo in ambito medico, quando ancora alle donne non era concesso dimostrare le proprietà benefiche delle erbe in quanto incorrevano nell'accusa di stregoneria. Si tramandava tra i rimedi popolari anche il beneficio della digitale purpurea, considerata però allo stesso tempo pericolosa, poichè a seconda della quantità somministrata ad un paziente, essa poteva provocarne la guarigione oppure la morte.
                                                                                     

Per quanto concerne l'accezione a noi più usuale del termine,vi propongo il capolavoro dell'esperta italiana di arte grafica Marta Di Francesco, la quale è riuscita a creare una clip che celebra l'unione della mitologia antica e di una nuova estetica digitale. Il titolo è "Ishtar", dea della notte nella mitologia assira, che in questa clip subisce una metamorfosi mentre si cala nel mondo degli inferi per salvare l'amato. Anche i colori utilizzati nella clip sono quelli tipici della cultura assira, quali il blu, il nero e l'oro.

                                                                                                           
                                                                                             METAMORFOSI DEA ISHTAR


mercoledì 25 marzo 2020

Breve storia e alcune traduzioni del termine-STEP#01BIS/STEP#02

“Digitale”: una parola che sentiamo pronunciare quotidianamente, senza conoscerne precisamente il significato e le origini. In che senso una macchina fotografica, una firma, un orologio possono essere digitali?  Spesso potrebbe sembrare un sinonimo di “elettronico”; tuttavia “digitale” significa propriamente “relativo alle dita”, si pensi alle impronte digitali.
“Digitale” è un calco dall’inglese americano derivante dai laboratori Bell, dove era stata inventata e utilizzata a partire dagli anni Quaranta. “Digit” ha infatti il significato di cifra numerica, mutuato dal dito quale strumento primo con cui si conta. Il “digital” diventa pertanto ciò che tratta, misura ed elabora grandezze in forma numerica.
Nella lingua italiana era però già presente come sostantivo (pianta dai fiori simili ai ditali), come aggettivo riferito alle impronte, come verbo (sinonimo di diteggiare). Successivamente con l’elettronica di consumo, “digitare” viene a significare “premere con le dita i tasti di un apparecchio elettronico”, fondendo il senso classico con quello moderno.
Dunque questo lemma risulta un esempio eclatante di quanto sia importante chiarire a livello etimologico la storia e le sfumature del significato di una parola, al fine di evitare che risulti priva di significato preciso.

Fornendo alcune traduzioni del termine sono già evidenti alcune note di significato di quest’ultimo. Riporto di seguito alcuni esempi.
Inglese: digital;
Francese: numérique;
Spagnolo: digital;
Tedesco: digital;
Turco: dijital;
Cinese: 數字;
Russo: цифровой.



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giovedì 19 marzo 2020

Significato ed etimologia del termine- STEP#01

                                        DIGITALE:
1.Aggettivo (dal latino "digitalis", der di "digitus", dito). -Del dito, delle dita; fatto, compiuto con le dita.
2.Aggettivo [dall'inglese "digital", der. di "digit" (dal latino "digitus", dito), cifra di un sistema di numerazione]. In elettronica e in informatica, qualifica che , in contrapposizione ad analogico, si dà ad apparecchi e dispositivi che trattano grandezze in forma numerica, cioè convertendo i loro valori in numeri di un conveniente sistema di numerazione.
3. Dal latino "digitalem", ditale. Specie di pianta le cui foglie sono adoperate in medicina come aventi virtù sedativa; ed è così detta poichè il suo fiore porporino presenta in certo modo la forma di un ditale.