Questa citazione di Konrad Zuse, informatico e ingegnere tedesco del Novecento, considerato l'inventore del computer moderno, mette in luce come sia mutata la visione del mondo anche nella filosofia. Da sempre i filosofi ricercano l'origine di tutto in un "archè", un principio che stia alla base di tutto l'universo.
Il primo fu Talete, il cui archè era l'acqua; successivamente Pitagora lo individuò nel numero, cominciando a preannunciare il concetto di calcolo che oggi è alla base dell'informazione. Galileo affermò che il linguaggio della natura è scritto in caratteri matematici, e la filosofia digitale indica nel "bit" il principio di tutte le cose.
La filosofia digitale adotta una visione dinamica di tutta la realtà; tutto computa, tutto è frutto di computazione e tutto può essere trasformato in un dispositivo computante.
Leibniz, scienziato e filosofo lipsiano fu la guida, in quanto fondatore del calcolo binario e ideatore del "Migliore dei mondi possibili", il più semplice quanto a ipotesi e il più ricco di fenomeni. Tuttavia la sua invenzione cadde nel vuoto e verrà riscoperta solo nel 1847 dal matematico inglese Boole.
Leibniz nel 1683 concepì una macchina moltiplicatrice che consisteva nell'addizionare il moltiplicando tante volte quante sono le cifre del moltiplicatore con scatti di un carrello verso sinistra ad ogni cifra di quest'ultimo. Benchè egli non riuscì a costruirne un modello funzionante, questa macchina venne realizzata nel 1920.
Macchina moltiplicatrice di Leibniz. |
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