sabato 30 maggio 2020

Il digitale nello Zibaldone leopardiano-STEP#20

Giacomo Leopardi fu sempre piuttosto scettico riguardo all'idea delle nuove invenzioni che potessero aiutare materialmente l'uomo. Nonostante l'illuminismo e la prima rivoluzione industriale avessero fomentato questa fiducia nel progresso e nella ragione dell'uomo, Leopardi ha sempre pensato che l'infelicità umana non derivasse dalla mancanza di strumenti materiali, bensì dai veri limiti connaturati nella natura umana, quali vecchiaia, malattia..
Nello Zibaldone espone questo punto di vista nel testo intitolato "Cosa penseranno di noi i nostri posteri?", nel quale immagina il futuro e le possibili invenzioni nell'ambito della navigazione, della comunicazione, delle tecnologie digitali. L'autore riflette sul fatto che questi posteri si domanderanno come facessero i  loro antenati senza questi strumenti di cui essi dispongono, così come i suoi contemporanei si chiedono come vivessero i loro predecessori; ma Leopardi spiega: "Eppure noi non sentiamo, non ci accorgiamo di questa tanta impossibilità o difficoltà di vivere che ci verrà attribuita; ci par di fare una vita assai comoda, di comunicare insieme assai facilmente e speditamente, di abbondar di piaceri e di comodità."
La morale dell'autore è dunque la ridicolezza del ragionare in questo modo proprio degli uomini, dal momento che il progresso e la qualità della vita umana non si possono misurare alla luce delle invenzioni che la rendono più comoda, proprio perché noi non possiamo vestirci dei panni di un nostro antenato senza saperci spogliare dei nostri.

venerdì 29 maggio 2020

Il digitale nell'utopia-STEP#19

Il concetto del digitale in un pensiero utopico? 
Ci si può riferire alla Cyberutopia, trattata dal filosofo francese Pierre Levy nel suo "L'intelligenza collettiva. Per un'antropologia del cyberspazio".
La Cyberutopia ha la funzione di favorire uno spirito critico atto a scagliarsi contro il nichilismo; l'affermarsi delle tecnologie digitali costituisce la premessa per un accrescimento sociale, economico e culturale in una società in cui emerge una tecno élite cyber culturale, la quale mostra una forte tensione verso la comunità virtuale, l'accesso permanente e condiviso del sapere, la tecno-democrazia spinta da un egualitarismo digitale. Si inventano tecniche, sistemi di segni, forme di organizzazione sociale che permettono di pensare insieme, concentrare forze intellettuali e spirituali per rendere la società intelligente a livello di massa.

giovedì 28 maggio 2020

Il digitale nella filosofia contemporanea-STEP#18

La filosofia digitale ha i suoi arbori nei fisici novecenteschi, i quali si sono mostrati interessati a gettare un ponte tra fisica e informazione, dando vita ad una vera e propria filosofia che ripone il suo "archè" nell'informazione. Quest'informazione è però un principio dinamico, animato dalla computazione; infatti i tre paradigmi alla base di questa corrente filosofica sono:

  1. Tutto computa;
  2. Tutto è frutto di computazione;
  3. Tutto può essere trasformato in un dispositivo computante.

La forza impulsiva che anima questo pensiero risiede nel computer, la macchina filosofica senza la quale non si sarebbe probabilmente mai immaginato che la realtà fosse un tessuto di informazioni. Con il calcolatore si è passati da una visione materialistico-energetica a una informazionale.

Il fisico Wheeler pronunciò la locuzione "it from bit", cioè la materia deriva dall'informazione, la cui unità è il bit, a sottolineare la supremazia dell'informazione sulla materia.
Un altro punto essenziale alla base di questa filosofia è la convinzione che il computer possa riprodurre perfettamente la realtà fisica, prevedendone l'evoluzione. Dunque se per Pitagora e Galileo, il numero e la matematica sono principi statici, alla base della filosofia digitale c'è la natura dinamica della computazione.
Tra i fisici/filosofi di questa corrente ricordo Feynman, Fredkin, Wheeler, Chaitin e Wolfram.
Stephen Wolfram, fisico e matematico britannico.
Vi racconto qualcosa circa Stephen Wolfram, forse la punta più avanzata di questa filosofia. Egli, nel 2002, pubblica il libro "A New Kind of Science", nel quale sottolinea il fatto che occorre modificare la visione galileiana secondo la quale l'universo è scritto in linguaggio matematico, e comprendere che c'è bisogno di un linguaggio nuovo, quello binario, e di un cervello nuovo, quello elettronico. Egli sostiene che fino ad adesso non ci si sia spinti a questo in quanto il cervello umano non è in grado di andare oltre, ma il computer sì. Il computer è in grado di produrre esiti sempre più complessi partendo da regole semplicissime. Queste regole semplicissime sono basate su programmi semplicissimi definiti "automi cellulari".
Il cannone di Gosper, un esempio di automa cellulare in azione.

mercoledì 20 maggio 2020

Un abbecedario-STEP#17

Animazione
Cifra
Dati
Elettronica
Frequenza
Gestione
Intelligenza artificiale
Kilobyte
Logica
Memoria
Numero
Orologio
Programmazione
QR-code
Rivoluzione
Strumento
Username
Video
Wireless
You-Tube

martedì 19 maggio 2020

Un protagonista per il digitale-STEP#16

Charles Babbage.
Un protagonista del digitale di cui vorrei parlare è Charles Babbage, matematico e filosofo britannico, scienziato proto-informatico che per primo sancì il passaggio dalla macchina calcolatrice analogica all'elaboratore digitale programmabile. Progettò infatti la sua Macchina analitica nel 1833, mai realizzata, ma considerata il primo computer della storia.
Macchina analitica di Charles Babbage.
Questa macchina era totalmente digitale, dotata di input, output, unità di memoria, unità di calcolo decimale con registro dell'accumulo dei dati e alimentata a vapore.
Per la progettazione di questo calcolatore sembra sia stato influenzato dalla familiarità con le tavole logaritmiche e dal lavoro sulle macchine per il calcolo portato avanti da Pascal e Leibniz.                                                              


lunedì 18 maggio 2020

Il digitale nello scenario dei limiti dello sviluppo-STEP#15

Lo sviluppo esponenziale delle tecnologie digitali in questi decenni è testimonianza dell'abilità umana di saper trovare e ideare nuovi strumenti e dispositivi grandiosi che lo aiutino nelle sue opere. Se da un lato aiutano l'uomo, dall'altro bisogna fare i conti con la realtà e probabilmente rivederne l'utilizzo a favore di uno più sostenibile.
Una delle più complete analisi sul tema è il rapporto "The limits to growth", commissionato al MIT dal Club di Roma e pubblicato nel 1972. Il rapporto, basato sulla simulazione a computer World3, predice l'impatto della crescita demografica, economica e tecnologica dell'umanità sul futuro del pianeta.
The limits to growth-lo studio del MIT.
Le tesi del rapporto sono sostanzialmente due: 
  • L'inalterarsi dell'attuale tasso di crescita della popolazione, dell'industrializzazione, dell'inquinamento, della produzione di cibo e dello sfruttamento delle risorse, porterà ai limiti dello sviluppo in un momento imprecisato nei prossimi cento anni.
  • E' possibile raggiungere una condizione di stabilità economica ed ecologica modificando i tassi di sviluppo al fine di garantire un equilibrio globale che permetta il soddisfacimento delle necessità di ognuno.
La sostenibilità digitale consiste nel migliorare l'impatto ambientale di queste tecnologie e ottimizzare l'utilizzo di energia e risorse rinnovabili. Infatti ogni "clic" ha un impatto ambientale considerevole; ma perchè? La causa principale è l'energia elettrica. Una stima afferma che il consumo di energia delle TIC(tecnologie di informazione e comunicazione) sia responsabile dell'emissione di 830 tonnellate di CO2 all'anno, circa il 2% delle emissioni globali.
L'impatto dell'energia elettrica incide attraverso i data center, ossia i luoghi di conservazione dei dati utilizzati da aziende e privati. Per farne funzionare uno correttamente è necessaria un'enorme quantità di energia. 
Partendo dalla realtà è possibile agire in funzione della sostenibilità utilizzando strumenti che consentono di calcolare l'impatto della tecnologia digitale interessata. In questo contesto "Rank e Brand" è un sito affidabile che confronta i vari brand in termini di sostenibilità e responsabilità digitale, sociale e non.
L'associazione Greenpeace ha condotto un'analisi sui consumi e gli impatti ambientali di 19 multinazionali valutando le loro scelte di utilizzo di energia; alcune di queste si sono impegnate per giungere ad utilizzare energia rinnovabile al 100%. 
Pannelli solari per "Apple", Stati Uniti.
La multinazionale "Apple" in questo campo ha investito notevolmente, essendo l'unica ad utilizzare un intero impianto a celle solari per generare energia elettrica nei propri data center nella Carolina del Nord, ma utilizza energia rinnovabile anche per tutte le operazioni necessarie per servizi come iCloud e iTunes.



venerdì 15 maggio 2020

Il digitale in un fatto di cronaca-STEP#14

Mail con oggetto: raccomandata digitale tracciata; ennesima frode.
Sulla cronaca del quotidiano "L'eco di Bergamo"  il 7 novembre 2017 si legge circa l'ennesima frode virtuale. La polizia postale lancia un'allerta dallo "sportello dei diritti": si tratta di una mail che invita a cliccare per vedere il tracciamento di una fantomatica raccomandata. Poichè sia poste italiane che un altro operatore di poste privato offrono un servizio di raccomandata digitale che permette all'utente di consultare il contenuto del documento online, tramite l'inserimento del pulsante "clicca qui", hacker e truffatori online accedono ai dati personali dell'utente con gravi conseguenze per la tutela della privacy dell'interessato.

giovedì 14 maggio 2020

Il digitale nell'ingegneria-STEP#13

Il digitale è uno strumento fondamentale per l'area ingegneristica, e in questo post voglio illustrarvene un'applicazione nell'ambito dell'ingegneria biomedica.
Il "Blue Brain Project(BBP)", un team di ricerca internazionale di 82 scienziati, coordinato dal neuroscienziato Henry Markram dell'école Polytechnique Federale de Lausanne (EPFL), è riuscito a ricostruire, per la prima volta al mondo, un modello digitale 3D di una piccola porzione di corteccia cerebrale di ratto, utilizzando un supercomputer. La ricostruzione computerizzata ricostruisce circa 37 milioni di sinapsi che intercorrono tra 31 mila neuroni virtuali, ovvero l'equivalente di quanto avviene in una porzione di cervello di ratto grande come un granello di sabbia.
Simulazione dell'attività elettrica in una "fetta" virtuale di cervello di ratto.

Sebbene il risultato ottenuto sia stato straordinario, è però solo il primo passo verso un obiettivo più ambizioso. L'auspicio è quello di realizzare un simulatore biologicamente molto dettagliato dell'intera struttura del cervello umano.
La scienza, attualmente, ha compreso moltissimi aspetti del funzionamento del cervello, e dall'altra parte ha sviluppato potenti strumenti informatici di elaborazione digitale.
L'obiettivo finale del BBP è quello di riuscire a costruire, entro il 2023, una mappa completa dei microcircuiti, realizzando un modello dei 100 miliardi di neuroni del cervello umano da implementare all'interno di un supercomputer. Poichè le modellazioni digitali consentono di comprendere la struttura e il funzionamento del cervello tramite un approccio radicalmente nuovo, raggiungere questo traguardo consentirebbe successivamente di trovare nuove terapie per la cura delle principali malattie degenerative delle cellule cerebrali, quali Alzheimer e Parkinson, ma anche di altri meccanismi come la schizofrenia.
Per saperne di più:https://megachirottera.blogspot.com/2020/02/gli-scienziati-rivelano-un-universo.html

mercoledì 6 maggio 2020

Il digitale in un classico filosofico-STEP#12

“L'inspiegabile ma evidente corrispondenza tra il comportamento delle particelle digitali (bit) e quello delle particelle subatomiche; la quantizzazione sempre più convalidata delle grandezze fisiche, con il conseguente abbandono del “dogma” del continuum in natura; la progressiva coincidenza, nella terminologia e nei concetti, della teoria dell'informazione e della fisica; il ruolo degli automi cellulari, già in grado di risolvere equazioni differenziali, nell'esplorazione dell'Universo … “
Questa citazione di Konrad Zuse, informatico e ingegnere tedesco del Novecento, considerato l'inventore del computer moderno, mette in luce come sia mutata la visione del mondo anche nella filosofia. Da sempre i filosofi ricercano l'origine di tutto in un "archè", un principio che stia alla base di tutto l'universo.
Il primo fu Talete, il cui archè era l'acqua; successivamente Pitagora lo individuò nel numero, cominciando a preannunciare il concetto di calcolo che oggi è alla base dell'informazione.  Galileo affermò che il linguaggio della natura è scritto in caratteri matematici, e la filosofia digitale indica nel "bit" il principio di tutte le cose.
La filosofia digitale adotta una visione dinamica di tutta la realtà; tutto computa, tutto è frutto di computazione e tutto può essere trasformato in un dispositivo computante.
Leibniz, scienziato e filosofo lipsiano fu la guida, in quanto fondatore del calcolo binario e ideatore del "Migliore dei mondi possibili", il più semplice quanto a ipotesi e il più ricco di fenomeni. Tuttavia la sua invenzione cadde nel vuoto e verrà riscoperta solo nel 1847 dal matematico inglese Boole.
Leibniz nel 1683 concepì una macchina moltiplicatrice che consisteva nell'addizionare il moltiplicando tante volte quante sono le cifre del moltiplicatore con scatti di un carrello verso sinistra ad ogni cifra di quest'ultimo. Benchè egli non riuscì a costruirne un modello funzionante, questa macchina venne realizzata nel 1920.
Macchina moltiplicatrice di Leibniz.
Per approfondimenti sulla filosofia digitale consiglio la lettura del libro "Bit Bang- la nascita della filosofia digitale" di Andrea Vaccaro e Giuseppe Longo. ( per anteprima consultare: https://books.google.it/books/about/Bit_Bang.html?id=uYYFAgAAQBAJ&printsec=frontcover&source=kp_read_button&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false ).

martedì 5 maggio 2020

Nuovi dispositivi di prevenzione anti contagio


In questo video viene mostrato il nuovo casco dotato di termoscanner, utilizzato dagli agenti di polizia in Cina in questo periodo. Tale dispositivo è già in uso in diverse città cinesi e permette di rilevare la temperatura corporea fino a una distanza di 5 metri dal soggetto analizzato. Nel caso di temperatura superiore ai 37,2 gradi, il sistema emette un segnale acustico che evidenzia la situazione di rischio.