domenica 12 aprile 2020

Il digitale in un'opera poetica-STEP#07

"[...]la mia è la lingua della poesia digitale, una lingua contaminata dalla mutazione della comunicazione e della tecnologia. Si tratta di una lingua che vuole raggiungere un'astrazione, un'ambiguità, per poter sfuggire a qualunque paradigma interpretativo."- intervista a Lorenzomonfreg su "Berlino cacio e pepe".

Con questa citazione presa dall'intervista al Content Marketing Manager Lorenzomonfreg, voglio parlarvi della sua peculiare raccolta di 67 poesie, un e-book intitolato "La lingua bastarda".
L'autore è originario di Genova, ma vive a Berlino da anni. Da sempre appassionato alla poesia, ispirato da alcuni dei più grandi maestri in questo campo, quali Ungaretti, Lord Byron e Rimbaud, iniziò a scrivere poesie in giovane età. Un giorno decise di metterle alla rinfusa sul pavimento e di cercare un filo conduttore che legasse l'una all'altra, e decise di creare un'opera che esplicitasse questa connessione anche attraverso la tecnologia. 
Il capolavoro consiste nella creazione di un e-book contenente una serie di link che collegano versi e parole di poesie differenti, creando un'opera che si autogenera agli occhi del lettore. Quanto alla lingua utilizzata, l'autore afferma di "raccontare la vita con la lingua bastarda della poesia digitale", e nella prefazione esordisce così:
copertina della raccolta "La lingua bastarda".
"La lingua bastarda è la sola in cui scrivo poesie mentre corro con altri randagi. La lingua bastarda è quella che uso per scrivere quello che importa, è la lama che agito nell'aria quando non valgono più le lingue d'affari, gli idiomi convenzionali, le parole che convengono."




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